Morti sul lavoro: dramma infinito ma il 2016 va meglio del 2015
Continua il dramma delle morti bianche in Italia: secondo l’ultima analisi condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering sulla base di dati INAIL, nel periodo gennaio – ottobre 2016 sono 632 gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro e 218 quelli accaduti in itinere.
Unico dato confortante è il decremento della mortalità pari al 13,3% (97 casi) rispetto all’anno precedente, il 2015, che contava, nello stesso periodo, 729 casi di incidenti mortali in occasione di lavoro.
Ma guardiamo le “maglie nere” per zona geografica, settore di attività e altri parametri:
Regioni:
LEmilia Romagna continua ad essere in prima posizione nella triste graduatoria delle morti bianche con 77 decessi, seguita dal Veneto con 72 vittime e dalla Lombardia con 66 incidenti mortali.
La Valle d’Aosta continua a rappresentare l’eccezione con nessun caso registrato.
Macro aree:
Il Sud Italia risulta essere la macro area più colpita dal dramma delle morti bianche con 138 vittime e un indice di incidenza sugli occupati pari al 40,2%, seguito dal Nord Est con 104 casi (34%).
Province:
Vercelli guida invece la classifica provinciale per casi totali di infortuni mortali sul lavoro con un totale di 31 vittime registrate, seguita da Trento e Monza Brianza (19 casi).
Settori economici:
Il settore delle costruzioni conta il maggior numero di morti (96 pari al 15,2% del totale dei casi di morte in occasione di lavoro), seguito dalle attività manifatturiere con 84 decessi (pari al 13,3% del totale) e dal settore del trasporto e magazzinaggio (77 casi pari al 12,2%).
Età, sesso, provenienza:
Nel periodo considerato si calcolano inoltre 97 stranieri deceduti (il 15,3% del totale) e 42 donne. Il 32,9% di tutte le morti rilevate in occasione di lavoro è rappresentato dalla fascia d’età compresa tra i 45 e i 54 anni, tuttavia l’incidenza più elevata della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, coinvolge gli ultra sessantacinquenni.